Archeologia: verità e stereotipi

Proviamo a fare un gioco, un sorta di esperimento sociale, quello delle associazioni immediate di parole. Ad esempio, se dico giallo potreste rispondere limone o se dico cane potreste rispondere fedeltà e così via… adesso, cosa vi viene in mente se dico ARCHEOLOGIA? quasi tutti penseranno Indiana Jones o i più illuminati magari Alberto Angela.

Nell’immaginario comune l’archeologia è indubbiamente un mito, un mondo affascinante, legato a misteri irrisolti, passaggi segreti da scoprire e incredibili tesori nascosti. Un qualsiasi studente di archeologia o archeologo di professione ha prima o poi dovuto subire domande del tipo “Ah, fai archeologia? bello! quindi studi i dinosauri?”, “Sei uno di quelli col pennellino?”, “Vai a scavare? E che cosa state trovando?” o ancora “Sai che mio cugino ha trovato un vaso antico, secondo te quanto vale?

Il mondo dell’archeologia è pieno di stereotipi che vanno dalla ricerca del Santo Graal condotta combattendo i nazisti e superando enigmi e prove di valore, alla bella ragazza in pantaloncini, lunga treccia e pistola, ma anche a volte al nerd, topo di biblioteca che sprofonda nei suoi polverosi, enormi volumi.

Certo, io stessa sono stata colpita dal fascino del professore universitario/impavido avventuriero con frusta, fedora e quello sguardo profondo che potrebbe far innamorare ogni donna! Spoiler alert: io sui cantieri un archeologo che somigliasse ad Harrison Ford non l’ho mai visto (ma se a voi capita, fate un fischio!)

Purtroppo – o per fortuna – niente di tutto questo mondo favolistico e avventuroso è vicino alla vita vera di un archeologo o alla vera ricerca archeologica. Innanzi tutto, l’essenziale: l’archeologia è una scienza, rigorosa, fatta di studi e ricerche, tanto impegno e fatica, un percorso verso la ricostruzione dei fatti e della vita del mondo antico.

L’archeologia non è sempre fatta di grandi scoperte, anche questo è un mito: non capita spesso di trovare una monumentale tomba intatta con all’interno incredibili tesori! Certo, ogni tanto succede ed è bellissimo, ma non è quello il motivo principale che spinge una équipe di archeologi a indagare un certo sito. Équipe, perchè, infatti, non si è mai visto un archeologo che se ne va in giro per il mondo da solo a cercare idoli a forma di scimmia o amuleti dei faraoni!

Un archeologo si emoziona per il ritrovamento di uno strato di terra bruciata o di un semplice coccio bucato (giuro!), perché quella terra bruciata e quel coccio forato sono indizi, il segno di un avvenimento, di un’azione umana, compiuta con un preciso intento.

La vita di un archeologo si divide in attività sul campo e studi condotti tra biblioteche e laboratori, utilizzando software e nuove tecnologie per analizzare i dati, creare ricostruzioni 3D e molto altro!

L’attività sul campo è fatta di fatica fisica e mentale, di caldo e freddo, perché si lavora all’aperto, con quasi qualunque clima, e gli strumenti del mestiere sono pala, piccone, carriola, trowel (una speciale cazzuola, che più si usura e più ti ci affezioni). Ma è fatta anche di legami di amicizia, risate, canzoni, incontri ravvicinati con insetti, rettili e varie specie animali degni di una puntata di superquark, ma soprattutto esperienze indimenticabili, perché nessun posto al mondo avrà mai l’atmosfera di convivialità di un cantiere archeologico!

Alla fine dell’attività di scavo, tutto si documenta, si scheda, si immagazzina e si studia, si fanno puzzle con i reperti, ci si scervella, si analizza, si compara e si traggono conclusioni scientifiche. Conclusioni che vanno poi a finire nei libri di storia, contribuendo ad ampliare le notizie sull’umanità del passato, facendo luce su aspetti della vita delle persone, in luoghi e tempi diversi.

Grazie all’archeologia scopriamo di più su sistemi politici, strategie militari, vite di imperatori e capi di Stato ma abbiamo anche informazioni sulla vita quotidiana: come si festeggiava la nascita di un figlio, come si impastava il pane, come si è evoluta la moda, come si costruivano le case e molto altro, notizie che ci permettono di sentirci più vicini agli uomini che hanno abitato la Terra di prima noi.

da https://assarcheopulfnasblog.wordpress.com/2019/03/12/__trashed/

Purtroppo oggi gli archeologi si trovano ad affrontare sfide non da poco, meno avventurose di quelle di eroi di cinema e romanzi, ma non più facili: fare della propria passione un lavoro è una montagna spesso insormontabile che li costringe a cercare strade alternative. Mi auguro che in un paese come l’Italia, costellato di testimonianze del passato come nessun altro, presto nessuno sia più costretto a mettere la propria passione in valigia.

@Tanya Spasari, 2021