L’Assemblea Costituente, l’organo legislativo elettivo preposto alla stesura di una Costituzione per la Repubblica e che diede vita alla Costituzione della Repubblica Italiana nella sua forma originaria, era formata da 556 membri. 21 di questi erano donne. Fra queste Bianca Bianchi.
Bianca Bianchi nacque a Vicchio il 31 luglio 1914, in provincia di Firenze, da una famiglia di modeste condizioni: il padre Adolfo era un fabbro, e segretario della locale sezione socialista. Alla sua morte, quando Bianca aveva solo sette anni, la madre, insieme a lei e alla figlia maggiore, si trasferì a casa dei genitori
Fu proprio in nonno – fervente antifascista – a stimolare Bianca con discussioni letterarie e religiose e a darle i primi rudimenti di politica, e Bianca rivelò ben presto un grande interesse per lo studio. Si trasferì a Firenze, grazie al supporto del nonno, per frequentare la scuola magistrale prima e la Facoltà di Magistero poi.
Insegna a Genova, a Bolzaneto, poi a Cremona, ma incontra difficoltà e ostacoli, arrivando a perdere il lavoro a causa delle divergenze con i superiori per il modo indipendente di condurre le lezioni. Fra queste divergenze per esempio, la sua volontà di non tralasciare la cultura e la civiltà ebraica, escluse invece dal programma didattico di stato.
Decide così di accettare una proposta di un incarico di insegnante di lingua italiana in Bulgaria nel dicembre 1941. Rientra in Italia nel giugno del 1942, stabilendosi nuovamente dai nonni, tornerà a Firenze alla caduta di Mussolini.
Partecipa alle riunioni del Partito d’Azione, contribuendo attivamente alla Resistenza; ma, dopo la Liberazione, lasciò il partito azionista, per aderire allo Psiup – Partito socialista italiano di unità proletaria. Acquista sin da subito molti consensi, tanto da proporle di presentarsi come capolista alle elezioni per l’Assemblea Costituente. Questo ovviamente non fu ben visto da tutti, soprattutto dai vecchi militanti che fondamentalmente le rimproveravano la giovane età. Alla fine, come capolista fu indicato Sandro Pertini, ma Bianca ottenne il doppio delle sue preferenze. Nel novembre del 1946 venne poi eletta al Consiglio comunale di Firenze.
Alle elezioni del 2 giugno 1946 viene eletta all’Assemblea Costituente, diventando una delle 21 “madri costituenti”, uniche donne su 556 membri. I suoi interessi, durante la partecipazione alla Costituente, riguardavano soprattutto i problemi della scuola, delle pensioni e dell’occupazione (era il 1946, la situazione non è cambiata molto).
Continua fino agli anni Cinquanta la sua vita politica, che poi abbandonerà per dedicarsi allo studio dei temi dell’educazione e alla creazione della Scuola d’Europa di Montesenario, un istituto modello per ragazzi della elementare e media. Raccolse le sue esperienze e pensieri in numerosi saggi come Amicizia per i nostri figli e L’esperienza di un’educazione nuova alla Scuola d’Europa e nello stesso periodo collabora al quotidiano “La Nazione” di Firenze, curando la rubrica “Occhio ai ragazzi”, rivolta ai problemi educativi.
Rientrò in politica quasi venti anni dopo, eletta consigliera comunale e poi vicesindaco e Assessora alle questioni legali e affari generali a Firenze, dove si spense il 9 luglio del 2000.
Noemi Spasari