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Ernesto “Che” Guevara: le pellicole dedicate al grande rivoluzionario

Quanto tempo è passato da quel giorno d’autunno
Di un ottobre avanzato, con il cielo già bruno
Fra sessioni di esami, giorni persi in pigrizia
Giovanili ciarpami, arrivò la notizia
Ci prese come un pugno, ci gelò di sconforto
Sapere a brutto grugno che Guevara era morto
In quel giorno d’ottobre, in terra boliviana
Era tradito e perso Ernesto “Che” Guevara

E così come ci ricorda Guccini nella canzone Stagioni, il 9 ottobre 1967 moriva Ernesto “Che” Guevara, un uomo, un simbolo, un’icona immortale. Rivoluzionario, guerrigliero, scrittore, politico e medico, il Che fu questo e molto altro.

A lui sono stati dedicati scritti, canzoni, romanzi, film, sono stati dipinti quadri, stampate magliette, invocato il suo nome quasi come fosse una moda. La celeberrima foto che lo ritrae in primo piano, chiamata Guerrillero Heroico, opera di Alberto Korda, è divenuta dopo la sua morte una delle immagini più riprodotte al mondo.

Sul Che, come dicevamo, sono stati prodotti tanti racconti “in pellicola” (permettetemi questa licenza poetica), ed è proprio di alcuni di questi che parleremo oggi.

1- El “Che” Guevara (1968)

Diretto da Paolo Heusch, è tra i primissimi film girati su Ernesto “Che” Guevara, incentrato solo sulle sue avventure degli ultimi mesi di vita. Gli esterni girati in Sardegna, in aggiunta vi è l’inserimento di paesaggi boliviani. Dal Morandini (dizionario del cinema) viene definito un film dilettantistico, per dirla con un eufemismo. Non ho trovato neanche una foto di questo film, giusto per farvi capire.

2- Che! (1969)

Continuiamo con un film che è stato stroncato, se non massacrato, dalla critica: Che! diretto da Richard Fleischer nel 1969, con Omar Sharif nei panni del rivoluzionario. Un cast poco noto e di rilevo, una mal riuscita impresa. Il film narra la vicenda di Guevara dal suo arrivo a Cuba nel 1956 fino alla morte. Pensate addirittura che nel 1978 Che! venne inserito nella lista dei peggiori 50 film di sempre definito “una cartolina, un superficiale dramma pseudo-storico”.

Che Guevara (Omar Sharif) e Fidel Castro (Jack Palance) in una scena del film

3- I diari della motocicletta (2004)

Per fortuna per qualche anno i tentativi di film sul Che sono stati sospesi, per migliorarne la qualità. Così nel 2004 arriva I diari della motocicletta (Diarios de motocicleta) diretto da Walter Salles , ispirato dai diari di viaggio Latinoamericana (Notas de viaje) dello stesso Guevara e Un gitano sedentario (Con el Che por America Latina), del compagno di viaggio del “Che”, Alberto Granado. Il livello era talmente diverso rispetto agli altri film, che è stato presentato in concorso al 57º Festival di Cannes. Nel ruolo del rivoluzionario il 26 (all’epoca) Gael García Bernal.

Il film ripercorre il lungo – e non poco avventuroso – viaggio che il giovane Ernesto Guevara, in compagnia del suo amico Alberto Granado, ha intrapreso nel 1952 attraverso l’America Latina, inizialmente in sella alla motocicletta di quest’ultimo, per poi cedere a percorsi a piedi o con mezzi di fortuna.

4- Che – L’argentino(2008)

Arriviamo finalmente alla dilogia firmata da Steven Soderbergh e che vede nientepopodimeno che Benicio del Toro nel ruolo di Ernesto Guevara. L’argentino è ispirato dal diario La guerra rivoluzionaria a Cuba di Guevara e riprende le tappe della rivoluzione cubana, partita da quando Ernesto Guevara, appunto, conobbe Fidel Castro in Messico.

Nel film si ripercorrono tutti i momenti e le battaglie più importanti, incluso il memorabile discorso il discorso del Che al Palazzo di Vetro dell’ONU che terminava con “Patria o muerte!“.

5 – Che – Guerriglia

L’altro pezzo di questo binomio è Che – Guerriglia, che si basa sulle vicende del rovesciamento della Guerra Rivoluzionaria e del Movimento Simón Bolívar guidato da Guevara in Bolivia nel 1965.

Sono gli ultimi tre anni di vita del Che dopo il trionfo della rivoluzione cubana, che lascia tutto, moglie, figli, incarichi politici a Cuba, per dar vita a una nuova rivoluzione in Bolivia, fino alla sua morte.

Ma perché questo excursus su questa figura? Perché ho sfruttato l’anniversario della sua morte per ricordarlo, per ricordare una voce forte che in alcuni cuori si sta spegnendo. Gli estremismi non vanno mai bene, ma bisogna lottare per ciò in cui crediamo.

«Per sopravvivere e per trionfare bisogna vivere come se si fosse già morti.»

(Che)

Noemi Spasari