What's happening?

Happening: l’arte fuori dal quadro

Il titolo che ho dato a questo blog è ispirato agli Happening, una forma d’arte d’avanguardia nata alla fine degli anni ’50.

Allan Kaprow (1927 – 2006), pittore, è il primo ideatore e promotore degli Happening. Questa “nuova” forma d’arte basa le sue origini sul pensiero di un altro artista più che famoso, Jackson Pollock: Kaprow riflette, infatti, sull’eredità artistica lasciataci da Pollock (morto nel 1956), e immagina una creazione artistica che contiene vista, suoni, movimenti, ma anche odori e persone, insieme a materiali di vario tipo e oggetti.

@crearts.it

Tutto questo si unisce al pensiero che si stava sviluppando negli artisti che le manifestazioni artistiche non dovessero essere confinate in musei, teatri o sale da concerto, ma dovessero avvenire ovunque, per strada o in un magazzino. Solitamente un happening era un evento unico, avveniva una sola volta, proprio per sottolineare l’irripetibilità dell’evento.

Nell’idea di Kaprow il termine happening stava a significare un’attività spontanea, “something that just happens to happen”.

Michael Kirby, studioso di teatro, nella sua opera dedicata a questo fenomeno artistico, afferma:

«L'”happening” è una forma di teatro in cui diversi elementi alogici, compresa l’azione scenica priva di matrice, sono montati deliberatamente insieme e organizzati in una struttura a compartimenti».

Non ci avete capito nulla?

In altre parole l’happening è un momento in cui diverse arti vengono esibite nello stesso tempo e spazio, senza un vero e proprio filo conduttore: un pittore dipinge, mentre un ballerino balla, un cantante canta e qualcuno magari diffonde nell’aria un qualche profumo, quasi sempre improvvisato. Ovviamente non sono tutti uguali, hanno caratteristiche e “attori” diversi.

Grazie anche all’apporto dato dal compositore e musicista John Cage, nell’autunno del 1959 Allan Kaprow presentò alla galleria Reuben di New York lo “spettacolo” che darà il nome a questa forma artistica: 18 happenings in 6 parts.

Agli spettatori che parteciparono all’evento vennero consegnate delle istruzioni: «La performance è divisa in sei parti. Ogni parte contiene tre happenings che accadono contemporaneamente. L’inizio e la conclusione di ciascuna performance saranno segnalati da una campana. Alla fine della performance verranno uditi due colpi di campana. Non ci sarà applauso dopo ogni insieme, ma potete applaudire dopo il sesto insieme se lo desiderate».

@Fred W. McDarrah, moma.org

Nello spazio dedicato allo svolgimento dell’opera erano presenti collage e opere degli artisti Jasper Johns and Robert Rauschenberg in estemporanea.

@wikiart

Erano previste delle sedie e i partecipanti ricevevano cartellini numerati e quindi invitati a cambiare sedia alla fine di ogni “atto”, come indicato dalle regole stabilite nel programma. Ed è così che contemporaneamente si poteva assistere a proiezione di diapositive, ascolto di musica improvvisata, una donna nuda che sprofonda in un divano, un’altra che spreme arance, un gruppo di artisti che dipingono tele appese a tramezzi, altri che fanno girare cartelli e recitano testi o suonano uno strumento.

@Fred W. McDarrah, moma.org

Fra le forti particolarità dell’happening è che lo spettatore si ritrova dentro l’opera d’arte, come trovarsi dentro il quadro della Primavera di Botticelli, mentre Botticelli la crea!

Gli happenings più famosi di Kaprow si svolgeranno negli anni ’60, contando come protagonisti i suoi studenti e amici invitati in determinati luoghi per svolgere piccole azioni: fra le più note Words (1962) e Eat (1964), che si svolse in una grotta con pavimenti irregolari attraversati da pozzanghere e ruscelli.

Sulla scia di Kaprow altri artisti sperimenteranno questa nuova forma d’arte, come ad esempio Carolee Schneemann o Red Grooms con suo “spettacolo non-narrativo” Walking Man, e anche Robert Whitman, Claes Oldenburg e Robert Rauschenberg.

Fra gli artisti più influenti sicuramente non si può non citare Jim Dine anche se il suo contributo al genere è stato di soli cinque lavori negli anni ’60.

Jim Dine, The Smiling Workman

La teoria dell’Happening arriverà in tutto il mondo, reclutando vari esponenti, come il francese Yves Klein o l’inglese Adrian Henri e i tedeschi Joseph Beuys, Wolf Vostell, Nam June Paik e altri.

Da questa teoria dell’arte fuori dai luoghi convenzionali nasceranno altre forme di rappresentazione artistica, come i moderni flash mob o la performance art con esponente Marina Abramovic.

Un esempio di “nipote” culturale degli happening può essere visto nel famoso “bed-in” organizzato dall’artista Yoko Ono nel 1969 insieme al marito John Lennon: i due artisti tennero un Bed-In di protesta per la guerra in Vietman, una ribellione silente per la Pace della durata di due settimane nelle città di Amsterdam e Montréal.

@Eric Koch / Anefo

@Noemi Spasari, 2020

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