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Il Cinema prima del Cinema, il sogno del cinematrografo

Il cinema come lo conosciamo oggi (o lo conoscevamo, non vado in un cinema da quasi un anno!) è figlio, o meglio nipote, di un susseguirsi di spettacoli, sperimentazioni, imbonitori e sognatori.
Cosa c’era prima del cinema? Prima della stanza con i sedili auto-chiudenti, del 3D e dei film come li intendiamo noi?

Prendiamo una macchina del tempo qualsiasi (che sia una DeLorean, una cabina blu o un portale) e trasportiamoci come prima tappa a metà del Seicento: appaiono per la prima volta testimonianze di quella che venne chiamata la “Lanterna magica”, una macchina (che ha origini probabilmente provenienti dalla Cina) che attraverso un gioco di specchi e candele riusciva a proiettare un’immagine fissa; successivamente, una serie di invenzioni accessorie consentì di moltiplicare le immagini e di muoverle, almeno in parte.

La lanterna magica non era l’unica meraviglia di quegli anni, un’altra macchina ottica permetteva di immergersi in un’esperienza completamente nuova: il “Mondo nuovo” era un macchinario che funzionava nel senso opposto alla lanterna magica. In che senso? Invece di proiettare sul muro, per vedere le immagini bisognava guardare dentro una scatola: si trattava di una cassa di grandi dimensioni, quasi umane, con alcune fessure attraverso cui si potevano guardare delle figure all’interno, a volte in movimento.


Sia la lanterna magica che il Mondo nuovo proiettavano delle immagini che da sole erano poco comprensibili, è così che entra in scena la figura dell’imbonitore, un predicatore che racconta la storia dietro le immagini.
Ricordate bene questi due macchinari perché sono loro i “nonni” del nostro cinema!

Come potete ben immaginare la nascita del cinema è strettamente legata alla fotografia, perciò con un balzo temporale facciamo una capatina del 1826, quando Niepce scattò la prima fotografia della storia!


Il governo francese pensò bene di comprare il brevetto dell’invenzione di Niepce e la liberò dai diritti in modo che tutti potessero usarla e perfezionarla; la tecnica della fotografia ebbe così modo di svilupparsi rapidamente e diffondersi in tutto il mondo!

Attraverso un nuovo macchinario dal nome bellissimo, il fenachitoscopio, si scoprì che poteva essere creata l’illusione del movimento attraverso la successione velocissima di immagini.


Aneddoto curioso: Edward Muybridge, uno scienziato, per una scommessa riprese la corsa di un cavallo e la camminata di un uomo posizionando diverse macchine fotografiche lungo il percorso.

Quindi abbiamo la lanterna magica e il Mondo nuovo che proiettano delle immagini, la fotografia che riprende immagini dal vero, il fenachitoscopio che dà movimento: unendo questi elementi si arriva all’animazioni di immagini fotografiche.

Ed ecco che con un ultimo balzo temporale arriviamo alla fine dell’Ottocento.
Scienziati, fotografi, sognatori sono a lavoro per riuscire a creare una macchina che animi le immagini. Solo in Inghilterra si registrarono circa 350 brevetti e nomi.
Due grandi concorrenti arrivano alla sfida finale: da una parte abbiamo i fratelli Lumière con il loro Cinematografo, dall’altra Edison con il kinetoscopio.
Il Cinematografo di Auguste e Louis Lumière, concettualmente simile alla lanterna magica, riprendeva e proiettava immagini in movimento su una parete. Consentiva una visione pubblica e collettiva. Era senza mirino, quindi la ripresa era un po’ a caso.
Il kinetoscopio di Edison invece strutturalmente era simile al Mondo nuovo: una scatola dentro cui guardare che dava una visione singola e privata, quasi segreta. Spesso funzionava come spettacolo per soli adulti.

Ovviamente sulla scena si impose in Cinematografo dei Lumière per maggiore possibilità di sfruttamento economico e comodità, riprendeva e proiettava (bastava cambiare obiettivo).
Il 28 dicembre 1895 è definito come il giorno della nascita del cinema, poiché quel giorno i Lumière proiettarono per la prima volta alcune vedute (brevi scene), come la famosa Uscita dalle officine Lumière.

Subito dopo i Lumière misero in vendita lo strumento, lo acquistarono in molti e iniziarono a fare riprese per proprio conto, in tutto il mondo, catturando scene esotiche da mostrare a chi non poteva viaggiare se non con la fantasia.
Nacque una nuova professione, i “cinematografisti” ambulanti, che proiettavano e, talvolta, accompagnavano la visione con racconti (per il sonoro ci vorranno ancora degli anni).
C’è da dire che le immagini del Cinematografo non erano belle e limpide, ma per gli occhi ancora “ingenui” dell’epoca erano aperture a nuovi mondi.
Piccolo dettaglio tecnico: la pellicola, ovviamente in bianco e nero, scorreva a mano grazie a una manovella, le immagini giravano a 16 fotogrammi al secondo e non erano fisse e stabili.

I primi “film” erano composti di un solo quadro, pochi secondi di visione e avevano un carattere prettamente centrifugo nelle inquadrature (fisse, ovviamente): i personaggi entravano e uscivano dalla ripresa, era sempre presente un movimento di persone, macchine, treni.

Insomma, il Cinematografo dei Lumière contribuisce a trasformare il mondo in un palcoscenico fra sogno e realtà, aprendo la strada a nuove fantastiche invenzioni.