Da tempo le tematiche femministe attirano il mio interesse a livello storico, letterario, artistico, fino ad arrivare a sposare la causa e dichiarami parte di questo movimento. Così sul mio profilo Instagram ho avviato, insieme ad un’altra ragazza, un “Book Club” dedicato al tema, con approfondimenti, letture e confronti. La prima lettura affrontata è stata Manuale per ragazze rivoluzionarie di Giulia Blasi.
C’è davvero molto da dire a proposito di questo libro.
Innanzitutto, il titolo potrebbe essere un po’ fuorviante, ma si tratta di un manuale di base per avvicinare al femminismo per giovani (e meno giovani), donne, uomini e altrimenti definiti, che vogliono avvicinarsi al movimento, conoscere la storia, ma non sanno da dove iniziare.
Manuale per ragazze rivoluzionare è questo. Un resoconto, di passo in passo, settore in settore, di come il movimento del femminismo si sia evoluto, sia stato ostacolato o promosso e quanto ancora c’è da fare.
Il libro in sé, per chi invece ha già conoscenza della storia del movimento, ha già approfondito l’argomento con altre letture, non porta all’epifania della vita. Però apre a tantissime riflessioni, input per ulteriori approfondimenti. Mi ha incuriosita, divertita e fatto incazzare. Com’è giusto che sia. Mi ha aperto gli occhi su alcune tematiche talvolta date per scontate come il supporto reciproco, la cosiddetta “solidarietà femminile” o quella fetta di donne “maschiliste”, con convinzioni che io non sempre riesco a comprendere.
L’autrice fa, inoltre, spalancare gli occhi sul vero “nemico”, sul cattivone da combattere: il patriarcato.
Siamo nel 2022 e ancora abbiamo bisogno di dire certe cose, di urlare e reclamare diritti che dovremmo dare per scontati, di ribellarci, di incazzarci.
Ancora nel 2022 abbiamo bisogno di parlare di femminismo e non di umanismo perché non siamo arrivati alla condizione di parità di genere, di assenza di discriminazione sessuale.
E quindi è vero che dovremmo essere tutti femministi? Beh, sì. Perché il femminismo, e Giulia Blasi lo spiega benissimo, non è odiare tutti i maschi, ma una ricerca di uguaglianza, un supporto reciproco.
Quindi lo consiglio? Sì, se volete aprire la mente e cercare nuovi punti di vista sul tema.