Confesso di aver comprato questo libro, insieme a Circe della stessa autrice, perché condiviso da molte persone e descritto come libro da leggere assolutamente. Oggi mi ringrazio per averlo fatto.
Questo non è un libro, è un’esperienza, è calarsi completamente nelle fragili pelli di Patrolo, nell’indescrivibile amore che lo unisce all’Aristos achaion – il migliore dei greci – il Pelide Achille.
La canzone di Achille. Chi avrebbe mai pensato che Achille, descritto come una sorta di bestia inarrestabile, inscalfibile, intoccabile, potesse celare un animo puro, dolce, innamorato di Patroclo più della sua stessa vita?
Ogni parola è un’emozione condivisa, dai capelli d’oro di Achille, alla cicatrice rosea di Odisseo, all’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei, al coraggio e all’onore. Un pathos continuo, dalla prima all’ultima pagina.
Ho pianto, non lo negherò, ed è stato bello. Un pianto che porta con sé un racconto bellissimo, un’esperienza di lettura vissuta come se fossi stata anche io lì accanto a loro a Ftia, con Chirone, sulla spiaggia di Troia.
La canzone di Achille – The Song of Achilles è il romanzo di esordio di Madeline Miller, che insieme a Circe e al racconto Galatea (che spero di leggere a breve) costituiscono la sua unica bibliografia. Ti prego Madeline, scrivi ancora.
E con questa che non è una recensione, ma una dichiarazione d’amore, vi lascio e vi invito a leggere quest’esperienza.
Noemi Spasari