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L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito

Continua la mia sfida al Premio Strega: siamo a 7/12 con L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito.

Io non scommetto mai, ma questo lo vedo nei cinque finalisti. Almeno lo vorrei vedere.

Bello.
Un racconto familiare di una vita di lotta, ripicca e rivalsa, o almeno di tentativi.

La storia di Antonia, una di quelle che non molla mai. Di estrazione umile, ignorante perché non ha mai studiato. La lotta per la sopravvivenza porta tutta la famiglia fuori Roma, ad Anguillara Sabazia sul lago di Bracciano.

Gaia, la protagonista, è una ragazzina diversa dagli altri, la mamma le taglia i capelli a casa, indossa vestiti vecchi e consumati, non ha le televisione in casa.

Un nome il suo che meno adatto non poteva essere scelto, ma forse per me è un fattore personale, perché è un nome a cui son legata e che associo a una persona assolutamente diversa.

Una madre troppo presente che incide sulla sua vita in maniera morbosa. Ma la nostra non è una ragazza che subisce. Alla violenza risponde con la violenza.

Gaia sopraffatta da una vita così priva di bellezza e leggerezza, cova una rabbia feroce, una profonda vergogna e cattiveria.

L’acqua del lago non è mai dolce è un romanzo potente, che racconta una storia conflittuale, ma profondamente reale.