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L’Action Painting di Jackson Pollock

Molto spesso, in riferimento a opere d’arte contemporanea, ho sentito dire “potevo farlo anche io”, in particolar modo con le opere di Jackson Pollock. In questi casi, non potendo strappare guigulari, cerco di mantenere la calma e o ignoro o cerco di spiegare perché “proprio no”.

A parer mio, ma anche di altri il cui parere conta più del mio, l’opera d’arte non è solo quella che possiamo osservare, ma è in realtà l’intero processo di creazione dell’opera. E in questa concezione rientra sicuramente l’opera di Pollock.

Paul Jackson Pollock (1912-1956) è stato uno più importanti pittori degli Stati Uniti ed è considerato uno dei maggiori rappresentanti dell’Action painting. Cresciuto in Wyoming, era il più giovane di 5 fratelli. Studia pittura presso la Manual Arts High School di Los Angeles e poi all’Art Students League di New York. Sebbene viaggi molto negli Stati Uniti, trascorre la maggior parte del tempo a New York, città in cui si stabilisce definitivamente nel 1934. Ed è in quell’anno che Peggy Guggenheim (di cui prima o poi vi parlerò) non solo gli dedica la sua prima personale nella galleria-museo Art of This Century, New York, ma gli offre un contratto che gli permette di dedicarsi esclusivamente alla pittura fino al 1947.
In più, quando nel 1945 sposa con Lee Krasner, la cara e furba Peggy Guggenheim contribuisce a finanziare l’acquisto della loro casa con annesso un fienile, luogo il cui Pollock perfeziona la tecnica del dripping.

Cos’è questa action painting di cui tanto si parla? Consiste nel creare l’opera d’arte lasciando cadere la pittura sulla tela, o lanciandovi contro i colori in maniera apparentemente casuale. L’atto fisico di creazione diventa parte integrante dell’opera. Pollock realizza le sue opere in uno stato di trance, durante il quale a guidare l’atto creativo è l’inconscio, come in una sorta di rituale. Le sue opere alla fine appaiono come un groviglio di colori multiformi, che vengono espressi con un movimento che richiama la danza.

Quella di Pollock non è stata una vita serena: abuso di alcool e psicofarmaci lo porteranno ad avere un incidente a soli 44 anni in cui perderà la vita.

Checché se ne dica, Jackson Pollock è stato un artista rivoluzionario, che si è rivelato essere in grado di sfidare i comuni limiti pittorici, così da andare al di là della tela.

Noemi Spasari