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Molto rumore per nulla

Alcuni forse non lo sanno, o non ne sono consapevoli, ma nel nostro modo di esprimerci quotidiano ci sono delle espressioni che derivano direttamente dal sommo Bardo, Shakespeare!
Qualche esempio? Non avete mai detto una frase come “quel che fatto è fatto!” o “tutto è bene quel che finisce bene”? Senza saperlo stavate citando Shakespeare e precisamente Macbeth e All’s well that ends well.
Un altro esempio? Avete presente quelle situazioni in cui si fa un gran fracasso, si mobilitano in mille, ma poi finisce con un nulla di fatto? Bene io in quei casi spesso dico “Molto rumore per nulla” e (consapevolmente) faccio riferimento all’omonima opera di Shakespeare. Ed è proprio di quest’opera che vi andrò a parlare.

Molto rumore per nulla
Much Ado About Nothing è stata scritta da William Shakespeare tra l’estate del 1598 e la primavera del 1599. La storia è ambientata a Messina.
Come tutte le opere shakespeariane è stata più volte riproposta a teatro, al cinema e in televisione, con traduzioni più o meno coerenti rispetto all’originale.
Fra le trasposizioni cinematografiche più famose forse ricorderete il film del 1993 con Emma Thompson, Denzel Washington, Keanu Reeves e Michael Keaton oppure quello del 2012 diretto da Joss Whedon (sì, l’ideatore di Buffy e regista degli Avengers) e con un cast mega-nerd con Amy Acker, Alexis Denisof, Nathan Fillion e Clark Gregg.

La storia
Vi racconto la trama più brevemente possibile, ma come sempre il mio consiglio è di leggere il testo perché ne vale la pena, soprattutto per il Bardo! Essendo una commedia, anzi una tragicommedia, è anche di veloce e piacevole lettura; se poi vi capitasse l’occasione di vederla a teatro non fatevela scappare… io l’ho fatto ed è stata un’esperienza indescrivibile (ma ve ne parlo dopo).

Come molte opere di Shakespeare, anche Molto rumore per nulla si sviluppa su due vicende parallele, come abbiamo già detto ambientate a Messina: fra i primi personaggi vediamo Leonato, un rispettato nobiluomo, che vive con la figlia, la giovane Hero, suo fratello maggiore Antonio con la figlia Beatrice.
La storia ha inizio con Leonato che prepara il benvenuto ad alcuni amici di torno dalla guerra, fra cui il principe Don Pedro e due compagni di battaglia Claudio e Benedick; insieme a loro c’è Don Juan, il fratello illegittimo di Don Pedro.

Sin da subito, Claudio si innamora perdutamente di Hero mentre Benedick e Beatrice riprendono una pungente diatriba che era iniziata in passato. Fra Claudio e Hero scocca subito la scintilla e decidono di sposarsi (ecco da chi hanno preso le principesse Disney). Per ingannare il tempo nella settimana che occorre per preparare il matrimonio, gli amanti e i loro amici decidono di fare un gioco: vogliono far smettere di litigare Beatrice e Benedick e farli innamorare, riuscendoci infine.

Don Juan, nel mentre, con la complicità dei suoi servi, riesce a disonorare Hero agli occhi di Claudio, che al momento delle nozze la ripudia pubblicamente, accusandola di lussuria (quando uno si mette in testa di voler rovinare la vita alla gente per forza!).
In attesa di capire cosa sia realmente accaduto, i membri della famiglia decidono di fingere che la giovane sia morta di dolore e di nasconderla fino a quando non sarà possibile rivendicarne l’innocenza.
Nel frattempo, i due simpaticoni, Benedick e Beatrice si confessano amore reciproco (canticchiate con me All you need is love).

Per fortuna è una tragicommedia e non tragedia, quindi il risvolto positivo della trama arriva nel momento in cui una guardia sente i servi di Don Juan vantarsi della propria meschinata e vengono arrestati, provando così l’innocenza di quella poverina di Hero, che nel frattempo Claudio crede morta e si strugge dal dolore (anche lui un po’ di fiducia prima dell’accusa). Come “punizione” Leonato impone a Claudio di sposare sua nipote, ma sarà sull’altare che scoprirà con magistrale colpo di scena che la ragazza in realtà era proprio la sua Hero.
Benedick preso dall’atmosfera di gioia e festa chiede a Beatrice di sposarlo. La commedia si chiude con una danza degli amanti che celebrano il doppio matrimonio.
E qui un “vissero tutti felici e contenti” ci sta!

Le probabili fonti
Leggendo e analizzando il testo è ipotizzabile che nel comporre la commedia il nostro caro William sia stato influenzato da differenti fonti letterarie, come per esempio la novellistica o l’epica tipica del Cinquecento.
Vediamo un esempio concreto: la vicenda di Beatrice e Benedick si basa essenzialmente su dialoghi arguti e brillanti, di questo possiamo vedere come modello Il Cortegiano di Baldassarre Castiglione.
Oppure per tutta la vicenda che si snoda attorno all’inganno di Don Juan, l’ispirazione potrebbe arrivare dall’Orlando Fuorioso di Arioso con la storia di Ariodante e Ginevra (se ve lo state chiedendo, sì, è molto probabile che Shakespeare conoscesse Ariosto grazie alle numerose traduzioni inglesi).

In conclusione
Per analizzare in toto un’opera shakespeariana servirebbe una tesi di laurea, ne ho già fatte due e mi son bastate! C’è una cosa che forse non sapete, in realtà la versione arrivata a noi delle opere di Shakespeare non è l’originale, ma la versione riadattata dopo le differenti messinscene e se dovessimo provare a rappresentare molte delle opere utilizzando il testo completo lo spettacolo sarebbe molto lungo!
Per concludere, vi cito la versione che ho avuto modo di vedere io di quest’opera: un cliché meraviglioso, a Londra, al Theatre Royal Haymarket e in scena la Royal Shakespeare Company. Un’emozione indescrivibile, un teatro bellissimo, Much Ado about nothing a tema natalizio e in versione musical.

 

@Noemi Spasari, 2020

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