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Teatro dell’assurdo

Nel nostro viaggio alla scoperta del teatro in questo appuntamento parliamo di un genere nato nel secondo dopoguerra: il Teatro dell’assurdo.

Gli spettacoli di questo genere mettono scena l’alienazione dell’uomo contemporaneo, la crisi, l’angoscia, la solitudine, la totale impossibilità di ogni comunicazione. Questo avviene attraverso situazioni e dialoghi surreali, uniti a squarci di quotidianità scomposti e rimontati in modo da creare un effetto comico e tragico al tempo stesso.

Verosimiglianza, credibilità? Dimenticatele pure. In questo genere teatrale viene abbandonato qualsiasi genere costrutto drammaturgico razionale e del linguaggio logico-consequenziale

Chi ha pensato di chiamarlo a chiamarlo “teatro dell’assurdo” è stato il critico Martin Esslin e la formula sicuramente rispecchia il prodotto!

Autori del Teatro dell’assurdo

Il “padre” letterario e precursore di questo genere potrebbe essere visto in Alfred Jarry (1873-1907) i cui testi sono tra i primi ad affrontare il tema dell’assurdità dell’esistenza, con toni grotteschi e carichi di fraintendimenti.

La sua opera più famosa Ubu Re (1896) è il risultato di un mix di provocazione, assurdo, farsa, parodia e umorismo crasso. Avete presente il famoso “Premio Ubu”, prestigioso riconoscimento nel mondo del teatro? Il nome ovviamente si ispira all’opera di Jarry.

Ovviamente non possiamo non citare Samuel Beckett e il suo Waiting for Godot (di cui vi avevo parlato tempo fa), un’opera in cui non accade assolutamente nulla e tutta la tragicommedia è costruita intorno alla condizione dell’attesa.

Altro nome fondamentale è Eugène Ionesco e fra le sue opere più famose non posso che citare Il rinoceronte, assurdo e politicamente allusivo. Il teatro di Ionesco è dominato dall’ossessione della morte, che occupa un posto centrale nell’azione drammatica.

Della “prima generazione” fanno anche parte Jean Tardieu, Karl Valentin, Arthur Adamov, Jean Genet e Georges Schehadé.

Una seconda generazione ha avuto come protagonisti Robert Pinget, Boris Vian, Sławomir Mrożek e ovviamente Harold Pinter.

Premio Nobel per la letteratura, ha scritto per teatro, radio, televisione e cinema. Coesistenza di violenza e sensibilità, natura fallibile della memoria, il mistero dell’animo femminile sono temi che ritornano in molte delle sue opere in cui è fondamentale il dialogo. Capolavoro assoluto “Il compleanno”

Di cosa parliamo la prossima volta?

Noemi Spasari