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Teresa Noce, la rivoluzionaria professionale

L’Assemblea Costituente era l’organo legislativo elettivo preposto alla stesura di una Costituzione per la Repubblica. Questo organo diede vita alla Costituzione della Repubblica Italiana. Era formata da 556 membri. 21 di questi erano donne.

Abbiamo già parlato di Lina Merlin,  Nilde IottiBianca Bianchi e Teresa Mattei, oggi approfondiamo la figura di Teresa Mattei.

Nasce nel 1900 a Torino da una famiglia operaia.

Costretta dalle circostanze a lasciare molto presto la scuola e a rinunciare al sogno di fare la maestra, continua a istruirsi da autodidatta, svolgendo vari mestieri.

Nel 1921 è fra le fondatrici del Partito Comunista Italiano.

Sposa Luigi Longo nel 1926 e subito dopo i due espatriarono, stabilendosi prima a Mosca e poi a Parigi.

Da qui Teresa Noce compie numerosi viaggi clandestini in Italia per svolgere propaganda e attività antifascista.

Nel 1936 è, insieme con il marito, tra i volontari accorsi In Spagna in difesa della Repubblica dopo lo scoppio della guerra civile.

Qui Teresa cura la redazione del giornale degli italiani combattenti nelle Brigate internazionali, Il volontario della libertà.

È in questo periodo che assume il nome di battaglia di Estella.

Allo scoppio della Seconda guerra mondiale viene internata nel campo di Rieucros e poi liberata per intervento delle autorità sovietiche e fa ritorno a Mosca.

Si sposta poi in Francia dove lavora per il Partito comunista francese come responsabile della MOI (Mano d’opera immigrata) e partecipa alla Resistenza.

Nel 1943 viene arrestata e, dopo alcuni mesi di carcerazione, deportata in Germania, prima nel campo di concentramento di Ravensbrück, poi in Baviera, a Flossenbürg e infine a Holleischen.

Alla fine della guerra, ritornata in Italia, il 2 giugno 1946 fu tra le 21 donne elette all’Assemblea Costituente Italiana.

Fa anche parte della commissione dei 75 incaricata di stendere il testo della Carta Costituzionale.

Eletta in Parlamento, vi rimase per due legislature, durante le quali presentò, nel 1948 la proposta di legge per la “Tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri” e nel 1950 la legge che prevedeva eguale salario per eguale lavoro per donne e uomini.

Nel 1954 si allontanò dalla politica attiva ritirandosi gradualmente a vita privata, ma dal 1959 si impegna nel CNEL quale membro della CGIL.

Nel 1974 pubblicò la sua autobiografia, Rivoluzionaria professionale.

Muore a Bologna, all’età di 79 anni, il 22 gennaio 1980.