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L’eterna attesa di Waiting for Godot

Waiting for GodotAspettando Godot è senza alcun dubbio l’opera più famosa del drammaturgo Samuel Beckett, ma è anche uno dei testi cardine del teatro del Novecento.
È fra le opere più discusse, su cui sono state scritte tonnellate di pagine e avanzate tantissime teorie sul significato e sul messaggio dell’opera stessa.
Perché ne parlo? Innanzi tutto, è una delle mie opere teatrali preferite, che consiglio a tutti di leggere almeno una volta nella vita e, se siete fortunati, di andarne a vedere una rappresentazione a teatro!
Uno dei miei sogni nel cassetto era di vedere dal vivo la versione di quest’opera portata in scena da Sir Ian McKellen e Patrick Stewart, ma non va in scena da un po’. Se vi interessa qui c’è un piccolo estratto.

Il dramma viene pubblicato nel 1952 in francese con il titolo En attendant Godot. La prima rappresentazione si tenne a Parigi l’anno successivo al Théâtre de Babylone sotto la regia di Roger Blin, regista e attore teatrale francese, che per l’occasione rivestì anche il ruolo di Pozzo.

Solo due anni dopo la pubblicazione, Beckett (irlandese di nascita) la tradusse in inglese.
Ma perché fu scritta in francese? Questa è una delle particolarità di quest’opera. Il motivo è che per Beckett il francese era una lingua conosciuta, ma non la lingua madre: dovendo scrivere dei dialoghi pronunciati da due clochard – senzatetto, ha utilizzato un linguaggio in cui lui stesso si esprimeva in maniera più semplice.

@samuelbeckett.it

Un raro evento nella storia del teatro: gli eventi si svolgono intorno all’attesa del protagonista, Godot, che è assente dalla scena e non arriverà.

C’è un altro elemento particolare in questa pièce, non esiste una vera e propria trama, ma il fulcro degli eventi è concentrato nei dialoghi tra i personaggi.

Vediamo brevemente cosa succede in questa storia.
L’azione si svolge in un paesaggio desolato, in campagna, ai piedi di un albero spoglio; due clochard, Estagon (Gogo) e Vladimir (Didi), che attendono l’arrivo di Godot, un personaggio misterioso. Non sanno né chi sia né se il luogo e l’ora dell’appuntamento siano esatti

Ai due vagabondi si aggiungono altri due singolari personaggi, il proprietario terriero Pozzo e il suo servo Lucky, tenuto al guinzaglio.
Alla fine della prima giornata arriva in scena un ragazzo che afferma he quel giorno Godot non era potuto venire ma sicuramente si sarebbe presentato l’indomani.

Il primo atto termina col calare della notte; nel secondo la vicenda si ripete, sull’albero sono spuntate alcune foglie, questo ci fa capire che è passato del tempo.

Vladimir ed Estragon trascorrono il tempo in attesa di Godot, sempre raggiunti dai due singolari personaggi, Pozzo, che è diventato cieco, e Lucky, che ora è muto, ma con una differenza: ora la corda che li unisce è più corta.
Ma il messaggero giunge nuovamente a fine giornata, annunciando l’impossibilità di Godot di presentarsi all’appuntamento, con la promessa che sarebbe giunto l’indomani.

I due senzatetto decidono di andarsene, ma cambiando ben presto il proposito.

Vladimir: Well? Shall we go?Quindi? Andiamo?
Estragon: Yes, let’s goSì, andiamo
They do not move – Non si muovono
Al termine della giornata la tragicommedia si conclude.

Aspettando Godot è una delle opere più rappresentative del teatro dell’assurdo, che ha fra i suoi maggiori esponenti, oltre a Beckett, Jean Tardieu, Eugène Ionesco, Arthur Adamov e Georges Schehadé.
A differenza delle opere di Ionesco, ad esempio, in cui assurdo è sinonimo di surreale, in Aspettando Godot è tutto reale e al tempo stesso meta-reale.
Come già detto, la tragicommedia è costruita intorno alla condizione dell’attesa, ma molti critici hanno cercato il significato dell’opera in altre risposte: in Godot molti hanno visto Dio o il destino, la morte, ma qualcuno anche la fortuna; per Pozzo e Lucky l’opinione generale è abbastanza condivisa, vedendoli come rappresentazione del capitalista (Pozzo) e dell’intellettuale (Lucky).

 

Beckett ovviamente si è sempre rifiutato di fornire spiegazioni, la sua frase più nota, in questo senso, è “se avessi saputo chi è Godot l’avrei scritto nel copione“.
Fatto sta che Waiting for Godot è un punto cardine della cultura dello scorso secolo; l’opera ha dato il via ad una rivoluzione del teatro contemporeaneo, con il suo linguaggio misto, dal registro alto e basso, insieme all’unione dei generi (tragedia, commedia, teatro comico, etc), con l’assenza della trama e di un finale non finito.

Fatto curioso: intorno a questo nuovo assurdo lavoro teatrale si era creata una tale aspettativa che la sera della prima si registrò il tutto esaurito. Il pubblico era popolato da artisti, intellettuali, ma anche di semplici curiosi.
I commenti all’opera non furono tutti positivi, ma Aspettando Godot divenne un fenomeno sociale: si dice che all’epoca la gente si divideva in due categorie, quelli che avevano visto Aspettando Godot e quelli che ancora dovevano vederlo.

@Noemi Spasari, 2020