Un po’ di gioia e ottimismo fanno sempre bene, in questo periodo ancora di più. Così oggi ho pensato di parlarvi di un artista che di energia e gioia di vivere ne aveva in abbondanza, Pierre-Auguste Renoir. Le sue opere sono il riflesso della vita bohemien di fine Ottocento, pervasa da quella gioia di vivere, povertà e amore per l’arte.
Il pittore francese nasce il 25 febbraio 1841 a Limogesè. La sua formazione artistica inizia nel 1862 frequentando i corsi all’Ecole de Dessin et des Arts Dècoratifs, diretta dallo scultore Callouette. Qui conosce Claude Monet, Bazille e Sisley a cui si lega molto per via di affinità poetiche ed elettive. Bazille presenterà ai compagni Cézanne e Pissarro, dando così vita al nucleo fondamentale del movimento impressionista.
Il gruppo di pittori si distacca dalla tradizione del tempo che era legata al concetto di pittura al chiuso, dentro uno studio, anche quando si trattava di rappresentare un paesaggio, scegliendo dipingere direttamente la natura all’esterno, un metodo poi denominato appunto “en plein air“.
Tramite un uso nuovo e libero del colore l’artista cerca di suggerirci non solo il senso del movimento, ma addirittura lo stato d’animo collettivo. Forma e colore diventano così un tutt’uno.
La data di nascita dell’impressionismo è generalmente considerata il 15 aprile del 1874, giorno in cui questo gruppo di pittori espose le loro opere nella mostra allestita presso la galleria del fotografo Nadar a Parigi, dando vita a uno scandalo generale.
Tra il 1881 e il 1882 Renoir fa un viaggio in Italia, come sognava da lungo tempo, per studiare dal vivo la pittura rinascimentale e così l’incontro con i Maestri italiani avrà un’influenza enorme sul pittore, che si allontanerà dallo stile degli impressionisti. Seguirà così l’intima esigenza di studiare le forme, così da farle apparire modellate, scultoree.
In questo periodo Renoir è tormentato da un sentimento di insufficienza, pensando di non saper “né dipingere, né disegnare” (pensate un po’), così Renoir si concentra sulla qualità del disegno. Il pittore comincia a guardare alla vita borghese parigina abolendo i contorni delle forme, i chiaroscuri e approfondendo gli effetti della luce.
Intorno all’inizio del Novecento le sue condizioni di salute vanno peggiorando così come l’artrite alle mani. Renoir continuò a dipingere anche quando, ormai vecchio e colpito da artrite reumatoide fu costretto su un sedia a rotelle. Per realizzare il suo ultimo capolavoro, Le bagnanti (1919), si fece legare il pennello al polso così che non gli cadesse dalla mano ormai malferma. Si spegne il 3 dicembre 1919.
Noemi Spasari
Brava amore mio
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