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Antoni Gaudì, l’architetto di Dio

Sfrutto la consumata scia degli anniversari per parlarvi di un artista che mi affascina molto, il cui lavoro mi ha lasciata assolutamente senza parole.

Antoni Gaudí i Cornet (Reus, 25 giugno 1852 – Barcellona, 10 giugno 1926) fu architetto spagnolo, massimo esponente del modernismo catalano, il “padre” di alcuni meravigliosi edifici che decorano la città di Barcellona come come il parco Güell, le case Batlló e Milá, la cattedrale della Sagrada Familia, dallo stile inconfondibile, con le loro forme ondulate e plastiche, con rivestimenti colorati in ceramica e decorazioni in ferro battuto. Gaudì realizzò i suoi progetti rifacendosi alle forme della natura, con invenzioni di spazi e decorazioni che avrebbero costituito uno stile unico e irripetibile.

Interno Sagrada Familia – Antoni Gaudì

Il grande architetto nasce a Reus – nella Catalogna meridionale – nel 1852, si trasferisce a Barcellona nel 1869, dove entra in contatto con alcuni esponenti della cosiddetta Renaixença, un movimento culturale e politico che aveva come fine il recupero della lingua e della cultura catalane e la rivendicazione dell’autonomia regionale rispetto al governo castigliano.

Il padre dell’architettura moderna, Le Corbusier (1887-1965) definì Gaudí: “plasmatore della pietra, del laterizio e del ferro”. I cittadini di Barcellona lo battezzarono: “architetto di Dio”. Barcellona e Gaudì hanno avuto un rapporto simbiotico: né la città, né il grande artista, potrebbero esistere senza l’altro.

Il suo talento fu chiaro sin da giovane e fu ben chiaro a tutti, tanto che l’industriale catalano Eusebi Güell gli commissionò alcune delle sue opere più importanti: fra queste per esempio il parco Güell a Barcellona, assolutamente suggestivo e bellissimo (da vedere almeno una volta nella vita), un esempio dell’onirismo che caratterizza le opere dell’artista catalano, che sin da subito si mostra maestro nell’arte di inserire motivi simbolici nei suoi lavori, integrandoli perfettamente con l’equilibrio e l’armonia delle forme.

parco Güell a Barcellona -Antoni Gaudì

A soli 31 anni (disperiamoci un po’, che è quasi la mia età), gli viene affidato il cantiere della più famosa di tutte le sue opere, la chiesa della Sagrada Familia il cui nome completo in lingua catalana è Temple Expiatori de la Sagrada Família (Tempio espiatorio della Sacra Famiglia). Questa costruzione è un eterno cantiere, è incompiuta ed oggi è ancora in costruzione dal 1882. Dal 1914 Gaudí si ritira dalla vita pubblica per dedicarsi interamente a quest’opera sacra, decidendo di vivere in una stanzetta nel cantiere e conducendo una vita monacale.

Il 7 giugno del 1926 Antoni Gaudí viene investito da un tram, ma i soccorritori – vedendo il suo aspetto dismesso – lo scambiarono per un vagabondo e lo accompagnarono all’ospedale della Santa Croce, un ospizio per mendicanti. Verrà riconosciuto solo il giorno dopo, quando ormai sarà troppo tardi. Morirà il 10 giugno, oggi riposa nella cripta della Sagrada Famiglia.

Il Parc Güell
Nell’ideazione di questo parco (1900/05), Gaudí esprime al massimo livello la sua abilità di architetto paesaggista: egli sfrutta le pendenze della collinetta su cui viene situato il parco per adattarvi i suoi percorsi, caratterizzati da viadotti, portici, grotte e terrazze. Al centro vi è un piazzale coperto del tempio dorico: uno spazio caratterizzato da 86 colonne doriche che sostengono un soffitto a cupolette, alcune delle quali realizzate in ceramica e cristalli colorati. Sopra il teatro invece si apre la vasta terrazza delimitata da un lungo sedile a forma di serpentina, rivestito in tessere di ceramica dai colori sgargianti (super instagrammabile).

Parco Güell a Barcellona – Antoni Gaudì (particolare)

Casa Batlló (1905-07) è un altro degli edifici più fotografati di Barcellona, si tratta di un piccolo edificio, noto per la caratteristica di cambiare colore a seconda della luce esterna: la facciata ondulata è difatti rivestita in mosaico di ceramica con sfumature dal verde all’azzurro, realizzata per contrastare le aperture regolari di finestre e balconi. La copertura della casa è composta da una torretta asimmetrica e da un tetto curvilineo rivestito da tegole colorate a forma di squame, dando l’impressione di un vero dorso di drago.

Casa Batllò – Antoni Gaudì

La cattedrale della Sagrada Familia
Il progetto a cui Gaudì dedicò gran parte della sua vita senza vederlo completato, si ispirava alle grandi cattedrali gotiche e simbolicamente ripercorreva la vita di Gesù: le tre facciate avrebbero dovuto rappresentare la Natività, la Passione e la Gloria, ma di queste è stata realizzata solo quella della Natività.

Antoni Gaudì – La Sagrada Familia (facciata natività)

Sapevate che lo vorrebbero beatificare? Ebbene sì! Un comitato di 30 ecclesiastici, accademici, designer e architetti han recentemente promosso l’iniziativa di proporre Gaudì per la beatificazione e la canonizzazione.

Che dire, io un giretto a Barcellona vorrei farlo di nuovo!

Noemi Spasari