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Gustav Klimt, l’artista aureo

Fra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, la storia dell’arte fu segnata da una secessione (secessionstil in tedesco). Di cosa si tratta? È uno sviluppo di stili artistici che ebbero vita a Monaco di Baviera, Berlino e Vienna, o per meglio intendersi segna la creazione di un’associazione formata da 19 artisti, fra cui pittori e architetti, che si staccarono dall’Accademia di Belle Arti per formare un gruppo autonomo.

Il loro ideale stava nella “Gesamtkunstwerk” (non so neanche come pronunciarlo), cioè l’opera d’arte totale.

Fra questi Gustav Klimt è stato uno degli artisti più attivi e importanti.

Qualche informazione biografica

Gustav Klimt- Wikipedia

Il caro Gustav nasce il 14 luglio 1862 a Baumgarten, un quartiere di Vienna. Figlio di padre orafo e madre appassionata di musica classica, secondo di sette figli.
Sapevate che di questi sette figli della famiglia Klimt ben tre si dedicarono alla pittura, ma solo Gustav passo alla storia?

Gustav Klimt viene ammesso alla scuola d’arte e mestieri d’Austria a quattordici anni. Il talento del giovane Klimt non passa inosservato e infatti nel 1880 dipinse le quattro allegorie del Palazzo Sturany a Vienna e il soffitto della Kurhaus di Karlsbad e nel 1886 gli viene commissionata la decorazione del cortile del Kunsthistorisches Museu di Vienna. Da qui il suo successo andrà sempre aumentando, così come le richieste di lavori, difatti poté sempre godere di una situazione economica molto stabile (fattore non scontato per gli artisti, sigh).

Il 1892 fu un anno difficile per la famiglia Klimt, vennero a mancare prima il padre e poi uno dei figli, Ernst: il colpo fu duro per il nostro pittore, al punto che decise di interrompere la propria attività artistica per quasi sei anni.

In questo periodo inizia la relazione con Emilie Flöge che, pur essendo a conoscenza delle relazioni che il pittore intratteneva con altre donne, gli sarà compagna fino alla morte. Per capire il livello di tradimento, negli anni Novanta del XIX secolo Klimt sarà il padre riconosciuto di almeno quattordici figli.

La Secessione Viennese

Intorno alla fine del secolo nacque il movimento artistico della Secessione Viennese a cui facevamo riferimento all’inizio, Klimt ne fu il presidente.
Gli esponenti di questo movimento culturale avevano come obiettivo la creazione di uno stile che si distaccasse da quello accademico.

Alla prima mostra nel 1898 della Secessione vennero esposte, oltre a quelle di Klimt, le opere di Auguste Rodin, Puvis de Chavannes, Arnold Böcklin, Alfons Mucha e Fernand Khnopff. La seconda mostra inaugurò il Palazzo della Secessione, appositamente progettato da Joseph Maria Olbrich.

Pallade Atena (Pallas Athene) – 1898

Nel 1903 Klimt visita Ravenna e questo segna una tappa importante per lo stile del pittore: infatti, osservando lo sfarzo dei mosaici bizantini, ricchi di oro, il pittore resta profondamente ammirato dallo stile. Klimt era già approdato alla bidimensionalità e al linearismo delle figure con il dipinto “Giuditta I” e i due viaggi a Ravenna non fecero altro che accentuare le scelte dell’artista che già si muovevano in quella direzione. Da quel momento in poi per Klimt l’oro acquista una valenza espressiva sempre maggiore, fino al 1909 con il quadro “Giuditta II”, che segna la fine di questo periodo “aureo”.

La Secessione viennese entra in crisi, così Klimt si avvicina ai cosiddetti Laboratori Viennesi: in questa fase, il pittore abbandona l’eleganza delle linee liberty, per concentrarsi sul colore, che divenne più acceso e vivace.

Al ritorno da un viaggio in Romania, l’11 gennaio 1918, venne colpito da un ictus che lo condurrà alla morte. Klimt si spense il 6 febbraio del 1918 a Neubau.

Cosa ci resta di Klimt?

Il nostro pittore si era formato stilisticamente seguendo canoni di pittura tradizionali, ma seppe presto allontanarsene per avvicinarsi a una pittura più simbolica.
Quel che caratterizzò sempre lo stile di Klimt sono le linee eleganti e morbide, la bidimensionalità delle forme e l’attenzione al colore, nonché la centralità della figura femminile.
Le donne di Klimt sono tratte da personaggi della vita quotidiana, anche nel caso in cui rappresentino figure allegoriche, dai cui volti traspare una forza interiore straordinaria.

Qualche aneddoto e curiosità

Klimt era un inguaribile perfezionista: per completare il ritratto di Elisabeth Bachofen-Echt, figlia di una sua importante mecenate, ci impiego ben tre anni. Elisabeth era costretta a posare per ore. Klimt prendeva degli schizzi della ragazza in diverse pose, senza essere mai soddisfatto. Alla fine disse: “Non le assomiglia per nulla”.
Come dicevamo, Klimt era un gran dongiovanni. Si pensa infatti che fu una delle sue amanti, Mizzi Zimmermann, all’epoca incinta, a fornirgli l’ispirazione per il motivo della donna in gravidanza, ricorrente nei suoi lavori.
Autocelebrativo e quasi per niente interessato agli altri artisti, pronunciò un’iconica affermazione che riassume il suo pensiero: “Esistono solo due pittori: Velázquez e io“.

Noemi Spasari

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