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Marc Chagall, l’artista che vuole essere felice

La vita di molti artisti è segnata da tormenti, tragedie e grande tristezza che si trasmettono nelle loro opere; anche Marc Chagall non ha avuto una vita facile e le disgrazie non gli sono state negate, ma questo non lo ha fermato dal cercare di trasmettere gioia e serenità attraverso i suoi dipinti. Ed è proprio quello che adoro di Chagall!

Qualche informazione biografica
Anche se il nome francesizzante potrebbe fuorviare, Marc Chagall (Moishe Segal all’anagrafe) ha origini bielorusse, nasce infatti vicino Vitebsk nel 1887. Di famiglia ebraica (tema che rientra con frequenza nelle sue opere), non ebbe una vita facile anche a causa delle sue origini.
Si avvicina all’arte sin da subito frequentando l’accademia di Pietroburgo: sarà qui che come conoscerà Léon Bakst, insegnante dell’accademia, pittore e scenografo russo.
Un momento di indubbia felicità per il nostro Chagall è l’incontro con la ragazza con “la pelle d’avorio e grandi occhi neri”, Bella Rosenfeld, la donna che sposerà nel 1915. Una storia d’amore dolce e romantica purtroppo non priva di qualche momento triste.
Antisemitismo russo e persecuzioni naziste complicarono molto la vita del nostro artista, che trasferitosi a Parigi negli anni Venti, si ritrovò costretto a fuggire negli Stati Uniti.
Il 1944 sarà un anno terribile per Chagall: l’amatissima moglie Bella, compagna inseparabile dell’artista, perde la vita a causa di un’infezione virale.
Per Marc sarà un colpo durissimo che lo porterà a una profonda depressione e ad abbandonare la pittura per lunghissimo tempo. Qualche anno più tardi tornerà a Parigi, la sua fama di artista è dilagata, gli verranno dedicate differenti mostre.
Si risposa nel 1952 con Valentina Brodsky (detta “Vavà”). Inizierà in questi anni una lunga serie di decorazioni di grandi strutture pubbliche: negli anni Sessanta si datano una vetrata per la sinagoga dell’ospedale Hadassah Ein Kerem in Israele, le vetrate per la sinagoga dello Hassadah Medical Center, presso Gerusalemme, e per la cattedrale di Metz, le pitture del soffitto dell’Opéra di Parigi e le grandi pitture murali sulla facciata della Metropolitan Opera House di New York.
Successivamente disegnerà le vetrate del coro e del rosone del Fraumünster di Zurigo e il grande mosaico a Chicago.
Il caro Chagall morirà a 97 anni a Saint-Paul de Vence.

Marc e Bella
La storia d’amore fra Marc Chagall e la prima moglie Bella è fuori dagli schermi se viene paragonata ai patimenti, tradimenti, passioni degli altri artisti noti.
Il loro rapporto è stato sincero, ingenuo e spontaneo, una storia che ha visto i due amanti restare per sempre bambini, volando via in un sogno infinito. Dal loro matrimonio nascerà anche una figlia, Ida.

Il loro amore ispirerà alcune delle opere più celebri dell’artista, fra le più note possiamo citare sicuramente La passeggiata del 1917: la donna si libra in cielo gioiosa, eterea, mentre lui le stringe la mano, un gesto di affetto puro, come per non farla volare via.
Elemento molto tenero è anche il piccolo uccello che l’artista protegge con l’altra mano: è il simbolo dell’amore innocente, posto in contrapposizione con le bottiglie di vino a terra, che sta a simboleggiare l’amore passionale. Le due componenti di un amore perfetto.

Marc Chagall, Promenade, 1917 – Pinterest

Un’altra opera che testimonia questo amore che va oltre la vita è Intorno a lei del 1947: Bella è morta da qualche anno, Chagall è un artista più maturo, attraversato da mezzo secolo di guerre e tensioni sociali.
In questo dipinto dà sfogo al sentimento e alla fantasia con figure come sempre cariche di simbolismo: la forte tensione emotiva è resa viva dai colori.

Marc Chagall, Intorno a lei, 1947 -Pinterest

L’immagine che vediamo è di Chagall al lavoro con cavalletto e pennelli, la testa capovolta, confusa; la sua Musa è lì, Bella lo sollecita a trovare nuovi stimoli e motivazioni. Una colomba con una candela al lato dell’immagine simboleggia il desiderio infinito di pace interiore e tra gli uomini; i tempi felici, il matrimonio con Bella si rappresentano con due sposi all’altare che si librano nell’aria.

La capra e il violino
La pittura di Chagall è ingenua e simbolica, testimonianza di un animo alla ricerca di pace, amore e felicità.
Ci sono degli elementi che ricorrono spesso nelle sue opere, metafore di collegamenti con le sue origini e la ricerca di qualcosa “di più”.

Avete presente Notting Hill, il film con Julia Roberts e Hugh Grant? In quel film probabilmente siete stati catturati dalla storia d’amore fra l’attrice e il libraio o dalle bellissime riprese di Londra e forse non avete prestato molta attenzione al quadro che a fine film lei regala a lui. È uno Chagall, La Mariée – La Sposa, di cui in realtà al momento non si conosce la vera ubicazione. In quel dipinto è rappresentata una sposa e una capra che suona un violino perché “La felicità non è felicità senza una capra che suona il violino”.
L’immagine della capra prende spunto dalla tradizione ebraica, in cui è il simbolo della protezione e del focolare domestico. Sarà spesso presente nei dipinti dell’artista.
Anche il violinista, spesso presente nelle sue opere, è un richiamo alle sue origini in quanto nella tradizione aveva un ruolo importante in occasione di nascite, matrimoni e funerali; il violino non è solo uno strumento musicale, ma rappresenta il mezzo per incontrare Dio e i grandi segreti della vita e della morte.

Marc Chagall, Il violinista, 1913 – cultura.biografieonline.it

In conclusione
Chagall, se non si fosse capito, è uno dei miei artisti preferiti. Anche se la sua vita è stata piena di momenti difficili, di lutti e di complicazioni, non ha mai abbandonato la sua propensione onirica, il suo mondo fatto di sogni e passeggiate nel cielo.

 

Noemi Spasari, 2021