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Prendiluna e la ricerca dei Giusti

La vecchia guardava la luna e viceversa. Era seduta nella veranda, e le sembrò che l’astro puntasse un raggio splendente sul prato, come per illuminare un palcoscenico.
Inizia con quest’immagine sognante il libro di Stefano Benni Prendiluna.

Non credo serva presentare l’autore di questo libro, amatissimo dal pubblico e dalla critica, Benni incanta le nostre vite da più di trent’anni; ma qualcosina su di lui ve la dirò lo stesso: Stefano Benni classe 1947 è uno scrittore, umorista, giornalista, sceneggiatore, poeta e drammaturgo (forse anche altro) italiano.

Benni è autore di vari romanzi e racconti di successo, tra i quali ricordiamo Bar Sport, Elianto, Terra! oppure anche Saltatempo e Il bar sotto il mare; i suoi libri sono stati tradotti in più di 30 lingue. Come dicevamo è anche giornalista e ha collaborato con diverse riviste come i settimanali L’Espresso e Panorama e il mensile Linus (per citarne uno) per non parlare dei quotidiani La Repubblica e Il manifesto.

Oggi parliamo del sopracitato libro del nostro Benni pubblicato nel 2017 da Feltrinelli, Prendiluna.

Di cosa parla Prendiluna?
La trama è semplice e lineare in questa fiaba surreale creata da Benni. Una sera, la vecchia maestra Prendiluna, ormai in pensione, nella sua casetta nel bosco ha un’apparizione di Ariel, il suo gatto morto anni prima, che le affida una missione per salvare il mondo: ha otto giorni di tempo per consegnare i suoi Diecimici a dieci Giusti altrimenti il mondo sarà annientato.

E così Prendiluna sistema i dieci gatti in una grossa valigia con buchi e rotelle, si carica uno zaino in spalla e dà inizio alla ricerca. Ma la profezia in realtà non si è mostrata solo a lei, ma si è manifestata a due ospiti della Clinica Roseto sotto forma di Trisogno. Sono Dolcino e l’arcangelo Michele, che decidono così di scappare dal manicomio per iniziare la loro lotta contro il Diobono, il vero artefice di crudeltà e sofferenza, un misterioso killer-diavolo, legato a Michele in qualche modo.

Ma chi sono i Giusti da cercare? Sono i più inaspettati, quelli insospettabili: solo Prendiluna sa chi sono perché non guarda con gli occhi, ma con il cuore e sa capire e perdonare. I Giusti sono quelle persone che anche se la vita li ha indirizzati su vie pericolose, sono riusciti a non perdere la loro morale e la mappa per tornare “a casa”.

Nel corso del suo viaggio ai limiti della realtà incontrerà alcuni dei suoi ex allievi, personaggi con poteri, personaggi di ogni tipo; vedremo personaggi che rispecchiano il male dei nostri giorni e i nostri vizi più diffusi.

Analizziamo il libro
All’inizio della lettura ho pensato “ma dove vuole andare a parare?”. Poi mi ha catturata con la sua satira pungente, con le sue trovate geniali e irriverenti.
I personaggi e le situazioni che si vengono creando raccontano il nostro mondo e il nostro vivere quotidiano mettendone in risalto gli eccessi, i mali, le superficialità, insieme alle ipocrisie e alle vanità.

Ci sono moltissimi riferimenti sparsi nel testo che si combinano con i giochi linguistici tipici di Benni: una pseudo-comicità che si unisce a un umorismo che provocano sorrisi ogni tanto accompagnati da una malinconica riflessione sul mondo che ci circonda.

In questa storia incontriamo dei personaggi rinominati dall’autore in maniera iconica, come ad esempio i “trumpini” che si rivelano essere personaggi arroganti, spocchiosi e con una vena razzista; ci sono poi quelli colpiti da “schermofilia” e subito ci viene in mente qualcuno che conosciamo.

Fino all’ultima pagina non capiamo se la storia si stia realmente svolgendo o sia solo un sogno o un’allucinazione, tutto grazie a un gioco di equivoci, ironia, leggerezza che cela profondità.

Gli strani Diecimici entreranno subito nei nostri cuori per le loro caratteristiche strambe e uniche.

Prendiluna è una fiaba per adulti, che assomiglia al racconto di un enorme sogno intricato e allucinante.

È un libro che fa ridere, riflettere e amare ancora di più la vera incredibilmente creativa di Stefano Benni, che ancora una volta non delude i suoi lettori.

@Noemi Spasari, 2021